Pensioni: quanto si risparmia versando al fondo complementare

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30 Gennaio 2025, di Teresa Barone

Un fondo pensione complementare rappresenta una strategia valida per rafforzare la posizione contributiva individuale e, tra i vantaggi, rientra anche la possibilità di beneficiare della deduzione sui versamenti effettuati.

Con la pensione integrativa, infatti, è possibile fruire di un vantaggio fiscale dato dalla deducibilità dei contributi versati dal reddito dichiarato annualmente, in modo tale che riducano la tassazione complessiva.

Pensione complementare: quali versamenti si possono dedurre

Si possono portare in deduzione sia i contributi del lavoratore sia quelli datoriali se si aderisce ad un fondo di categoria e si versa (oltre all’accantonamento per il TFR) anche un contributo volontario.

E’ possibile dedurre anche i versamenti effettuati a favore di un familiare a carico, sempre nel limite di 5.164 euro all’anno.

Bisogna infatti tenere anche conto del limite di deducibilità pari a 5.164,57 euro annui, tetto che consente di portare in deduzione dal reddito imponibile i contributi versati al fondo complementare.

Quanto si risparmia di tasse versando a un fondo integrativo

Con la struttura a scaglioni IRPEF progressivi, si applicano le seguenti aliquote:

  • 23% per redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% per redditi superiori a 50.000 euro.

Versando e applicando il massimo deducibile, il lavoratore che rientra nel primo scaglione risparmia che versa circa 900 euro risparmia di IRPEF fino a circa 1.200 euro; nel secondo scaglione, se versa 1.400 euro risparmia circa 1.800 euro; nel terzo scaglione, se versa circa 1.700 euro risparmia più o meno di 2.200 euro.

I lavoratori assunti dopo il 1° gennaio 2007 che nei primi cinque anni di iscrizione a un fondo pensione non utilizzano l’intera quota massima deducibile, possono recuperarlo nei 20 anni successivi, con una soglia aumentata a 7.747 euro annui.